lunedì 27 febbraio 2012

Costa Concordia. Fare Ambiente sollecita le preoccupazioni per l’ambiente.

PISA-FIRENZE. Dopo tre settimane dal naufragio della Costa Concordia nei pressi dell’isola del Giglio, la Compagnia raggiunge l’accordo per il risarcimento dei passeggeri, mentre prosegue l’inchiesta volta all’accertamento delle responsabilità. Ma il disastro ambientale si è già consumato e potrebbe aumentare ulteriormente con la dispersione in mare del combustibile. «Un evidente e grave danno si è già abbattuto sulle coste dell’isola – afferma Giuseppina Gusella, coordinatrice regionale per la Toscana di Fare Ambiente, movimento ecologista europeo – Oltre ai versamenti di idrocarburi, si rileva un’evidente alterazione della costa e del fondale, con la connessa distruzione di un habitat mediterraneo che non aveva eguali. Siamo vicini ai naufraghi ed alle famiglie delle vittime, ma non dimentichiamo che anche noi siamo vittime di questo attentato alla natura e alle bellezze artistiche e naturali del Paese». L’ufficio legale dell’Associazione, composto dagli avvocati Peter Lewis Geti, Antonio Iaconetti, Michele Sanfilippo, Fabio Azzaroli, Danilo Ferrante, Maddalena Gajo, Enrico Vitali, Giuseppe Triarico procederà pertanto con la costituzione parte civile nel giudizio che si celebrerà all’esito delle indagini preliminari, schierandosi in prima linea per il riconoscimento del danno causato all’ambiente e alla salute delle persone. «Le responsabilità sono ancora da accertare – dichiara Geti – ma sarà importante tenere ben presente il valore ambientale ed il rischio per la salute pubblica che dilaga con la putrefazione delle merci a bordo del natante, cagionando un danno irreversibile all’ecosistema marino. Un vero disastro, che si ripercuoterà nell’area per gli anni a venire».

Costa Concordia. Fare Ambiente sollecita le preoccupazioni per l’ambiente

PISA-FIRENZE. Dopo tre settimane dal naufragio della Costa Concordia nei pressi dell’isola del Giglio, la Compagnia raggiunge l’accordo per il risarcimento dei passeggeri, mentre prosegue l’inchiesta volta all’accertamento delle responsabilità. Ma il disastro ambientale si è già consumato e potrebbe aumentare ulteriormente con la dispersione in mare del combustibile. «Un evidente e grave danno si è già abbattuto sulle coste dell’isola – afferma Giuseppina Gusella, coordinatrice regionale per la Toscana di Fare Ambiente, movimento ecologista europeo – Oltre ai versamenti di idrocarburi, si rileva un’evidente alterazione della costa e del fondale, con la connessa distruzione di un habitat mediterraneo che non aveva eguali. Siamo vicini ai naufraghi ed alle famiglie delle vittime, ma non dimentichiamo che anche noi siamo vittime di questo attentato alla natura e alle bellezze artistiche e naturali del Paese». L’ufficio legale dell’Associazione, composto dagli avvocati Peter Lewis Geti, Antonio Iaconetti, Michele Sanfilippo, Fabio Azzaroli, Danilo Ferrante, Maddalena Gajo, Enrico Vitali, Giuseppe Triarico procederà pertanto con la costituzione parte civile nel giudizio che si celebrerà all’esito delle indagini preliminari, schierandosi in prima linea per il riconoscimento del danno causato all’ambiente e alla salute delle persone. «Le responsabilità sono ancora da accertare – dichiara Geti – ma sarà importante tenere ben presente il valore ambientale ed il rischio per la salute pubblica che dilaga con la putrefazione delle merci a bordo del natante, cagionando un danno irreversibile all’ecosistema marino. Un vero disastro, che si ripercuoterà nell’area per gli anni a venire».
PISA-FIRENZE. Dopo tre settimane dal naufragio della Costa Concordia nei pressi dell’isola del Giglio, la Compagnia raggiunge l’accordo per il risarcimento dei passeggeri, mentre prosegue l’inchiesta volta all’accertamento delle responsabilità. Ma il disastro ambientale si è già consumato e potrebbe aumentare ulteriormente con la dispersione in mare del combustibile. «Un evidente e grave danno si è già abbattuto sulle coste dell’isola – afferma Giuseppina Gusella, coordinatrice regionale per la Toscana di Fare Ambiente, movimento ecologista europeo – Oltre ai versamenti di idrocarburi, si rileva un’evidente alterazione della costa e del fondale, con la connessa distruzione di un habitat mediterraneo che non aveva eguali. Siamo vicini ai naufraghi ed alle famiglie delle vittime, ma non dimentichiamo che anche noi siamo vittime di questo attentato alla natura e alle bellezze artistiche e naturali del Paese». L’ufficio legale dell’Associazione, composto dagli avvocati Peter Lewis Geti, Antonio Iaconetti, Michele Sanfilippo, Fabio Azzaroli, Danilo Ferrante, Maddalena Gajo, Enrico Vitali, Giuseppe Triarico procederà pertanto con la costituzione parte civile nel giudizio che si celebrerà all’esito delle indagini preliminari, schierandosi in prima linea per il riconoscimento del danno causato all’ambiente e alla salute delle persone. «Le responsabilità sono ancora da accertare – dichiara Geti – ma sarà importante tenere ben presente il valore ambientale ed il rischio per la salute pubblica che dilaga con la putrefazione delle merci a bordo del natante, cagionando un danno irreversibile all’ecosistema marino. Un vero disastro, che si ripercuoterà nell’area per gli anni a venire».

mercoledì 8 febbraio 2012

PONTE STRETTO:FARE AMBIENTE,SI RINUNCIA GRANDE OPPORTUNITA' 'REVOCA FINANZIAMENTI E' SCHIAFFO SONORO E INACCETTABILE' CATANZARO (ANSA) - CATANZARO, 23 GEN - ''La revoca dei finanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina e l'accantonamento di quest'opera strategica e fondamentale per lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno, suona come uno schiaffo sonoro ed inaccettabile per le ambizioni di crescita sociale ed economica del Sud del Paese''. Lo afferma Antonio Iaconetti, coordinatore calabrese del Movimento ecologista europeo FareAmbiente. ''Rinunciare al Ponte - prosegue Iaconetti - significa rinunciare ad una grande opportunita' in termini occupazionali e di attrazione degli investimenti, isolare il Meridione e sacrificare il corridoio Palermo-Berlino in favore di un'altra direttrice, ma anche perseverare nell'inquinamento dello specchio d'acqua che separa la Calabria dalla Sicilia. Infatti, mentre si spaccia il Ponte come opera faraonica e disastrosa per il suo impatto paesaggistico, si va compromettendo nel piu' assoluto silenzio l'ecosistema di un tratto di mare largamente battuto da imbarcazioni a motore, con tutte le conseguenze che cio' comporta a livello ambientale. Per questo auspico che il Governo non cancelli il Ponte, promuovendone semmai la realizzazione in tempi brevi''. (ANSA). COM-ATT/FLC S45 QBXU