La
terra ci restituisce il piccolo Nicolò in tempo per farlo ricongiungere in
cielo con la sua mamma Stefania e al suo fratellino Cristian
Una
morte in terra una rinascita in cielo che non può lasciarci indifferenti.
Questo
ci sia da monito, afferma l’Avv. Antonio Iaconetti, Coordinatore Regionale di
Fare Ambiente, con la natura non si
scherza e questa triste vicenda ci indica la strada da seguire affinchè tali tragedie non accadano mai più.
Una
più attenta vigilanza dei siti a rischio con operatori qualificati e
debitamente formati, magari dando attuazione al Regio Decreto n. 523 del 25 luglio 1904, così come è stato fatto in altre regioni d’Italia.
A questi operatori di polizia idraulica,
afferma Iaconetti, dovrebbero essere affidati mansioni di controllo e di
monitoraggio del corso dei fiumi, dei canali e delle zone franose e loro
stessi, attenti conoscitori delle criticità dei luoghi potrebbero dettare interventi di
risanamento e bonifica, nonché, essere
le sentinelle attive sul territorio per allertare la macchina delle emergenze,ovvero ad effettuare i primi
interventi in caso di eventi meteorici eccezionali, così come quelli accaduti
nel lametino.
Un
ulteriore contributo alla salvaguardia del territorio potrebbe servire anche un
recupero ed un più proficuo utilizzo delle terre rimaste da anni incolte o
scarsamente utilizzate.(https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7005036568781692914#editor/target=post;postID=2832679242324895083;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=7;src=postname)
A tal
proposito, prosegue Iaconetti, al precedente Consiglio Regionale, veniva consegnata
una nostra proposta di legge che mirava e mira ad incentivare la coltivazione e il recupero di
quelle terre abbandonate a se stesse e che l’incuria, appunto, e il loro mancato
utilizzo, aggravano un quadro idrogeologico già di per sé abbondantemente
compromesso.
Il
ripristino e la manutenzione dei muretti a secco, l’aratura dei terreni si da
renderli più permeabili all’acqua così da contrastare una preoccupante desertificazione
di vaste aree del nostro territorio, nonchè la manutenzione dei canali di scolo,
tutto ciò, afferma Iaconetti, rappresentano piccoli ma incisivi interventi certamente in
grado di evitare o comunque limitare non
poco i danni a cui stiamo sempre più assistendo in questi ultimi tempi.
Come
Fare Ambiente siamo, disponibili, come sempre, a dare il nostro fattivo e
disinteressato contributo.
A
tal proposito va il mio personale plauso, e quello di tutto Fare Ambiente,
anche a nome del Presidente Nazionale, Prof. Vincenzo Pepe, in particolare alle nostre Guardie, Francesco Caliò e Pasquale De Marco, che nella
nottata di quel tragico 04 ottobre, sprezzanti del pericolo e a costo della loro incolumità personale,
misero in salvo, tra gli altri, due giovani automobilisti, estraendoli dalla
propria autovettura, un attimo prima che venissero travolti dal fango.
Ora,
nel ricordo e monito di Stefania, Cristian e Nicolò, giovani vittime di una
tragedia annunciata, è il momento di agire e di reagire e non di recriminare.
A
tutti, dico, conclude Iaconetti,
rimbocchiamoci le maniche e contribuiamo, ognuno per quanto di propria
competenza, a dare un futuro migliore alla nostra meravigliosa terra.
Cosenza,
12.10.2018
https://www.cosenzachannel.it/2018/10/12/tragedia-di-lamezia-fare-ambiente-dobbiamo-fare-di-piu/
http://ildispaccio.it/cosenza/191843-maltempo-fareambiente-calabria-che-la-tragedia-ci-sia-da-monito
http://www.lameziaoggi.it/cronaca/2018/10/12/maltempo-fare-ambiente-una-piu-attenta-vigilanza-siti-a-rischio/