martedì 30 agosto 2011

Calabria, l'ennesima emergenza rifiuti



In questi giorni non c'è quotidiano o emittente locale che non abbia uno o più articoli che parlano della difficile situazione dei rifiuti urbani in Calabria e principalmente la provincia di Cosenza. Non c'è territorio che sia esente dal fenomeno dalla Sibaritide all'alto tirreno dal basso jonio all'area urbana dal Pollino al basso tirreno lo spettacolo che si vede è sempre lo stesso cassonetti della raccolta stracolmi di rifiuti e maleodoranti.

Un risultato sembra evidente anche in considerazione di tutta una serie di incontri tra sindaci per elaborare delle soluzioni: "in Calabria esiste una emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti".

Qualcuno dirà, bella scoperta !!!
La regione è da quasi 14 anni Commissariata per questo settore, il Commissariamento è stato decretato dall'allora Ministro Ronchi, primo Governo Prodi, praticamente il secolo scorso.

Eppure, escluso qualche episodio legato alle difficoltà finanziarie delle Società Miste (Valle Crati Spa, Sibaritide Spa, Pollino Spa, Appennino Paolano Spa ) deputate alla raccolta dei rifiuti sembrava che Midia e popolazioni non si erano accorte di questo sistema praticamente al collasso.

Il Commissariamento della Regione Calabria nel settore dei rifiuti aveva lo scopo di istaurare un corretto ciclo dei rifiuti programmare e costruire gli impianti necessari.

Benissimo, dopo 14 anni e centinaia e centinaia di milioni di euro spesi, nulla di tutto ciò è stato realizzato.

Prima, l'unica forma di smaltimento era la discarica (spesso illegale), mediamente una per comune, oggi quasi tutti i rifiuti vanno in 3 o 4 discariche autorizzate ma insufficienti a smaltire le circa 2.000 tonn. che si producono quotidianamente in Calabria.

La prima considerazione che ci viene da fare è che in 14 anni il Commissariamento non solo non ha prodotto nulla, ma ha peggiorato la situazione.

Doveva costruire impianti per la valorizzazione della raccolta differenziata che non sono stati costruiti e le poche realtà oggi esistenti sono tutte iniziative di privati ( che permettono una corretta gestione della poca raccolta differenziata attualmente prodotta.

Doveva realizzare impianti per il compostaggio invece sono stati realizzati solo impianti per la stabilizzazione della frazione organica, questo significa che non producono compost ma una sostanza il cui acronimo FOS deve essere sempre smaltito in discarica.

Doveva realizzare due impianti di valorizzazione e invece ne ha realizzato uno a Gioia Tauro con il risultato ( in questo aiutato dalla miopia di moltissimi sindaci e presidenti di provincia e popolazioni locali ) che l'intera Calabria del nord è priva di impiantistica.

Ma non è corretto sostenere che il Commissariamento non è servito a niente.

Anzi tutto ha fornito l'alibi a tutti i politici regionali e locali per crogiolarsi nel più irritante immobilismo nel settore dei rifiuti urbani.

Inoltre, il Commissariamento ha avuto il merito di chiudere centinaia di discariche abusive che contribuivano in maniere prepotente all'inquinamento del territorio.

Successivamente, il Commissariamento si è occupato di individuare di settimana in settimana le discariche dove smaltire i rifiuti prodotti sul territorio, inventando una nuova forma di sfruttamento del territorio promuovendo il turismo dei rifiuti.

Da un pò di tempo si sente un ritornello "tra un pò diventeremo peggio della Campania"e così facendo si commettono due errori contemporaneamente.
Primo, l'emergenza rifiuti non è di tutta la Campania ma solo di Napoli e Provincia.
Secondo, noi stiamo già molto peggio, perchè noi Calabresi siamo appena 2 milioni distribuiti in 15.000 Kmq mentre i Napoletani sono di poco sopra i 3 milioni in appena 1100 Kmq ( la più alta densità abitativa d'Europa) con tutto quello che ne consegue .

I nostri amministratori locali attuali e passati quando sono intervenuti si sono limitati a sottolineare che Il Commisariamento li esautorava da alcune responsabilità nel settore e rilanciavano a titolo puramente accademico di dotarsi di impianti per la termovalorizzazione: gassificatori, dissociatori molecolari, digestori anaerobici, nuove discariche e chi più ne a più ne metta, tanto sapevano già che si trattava di accademia fine a se stessa, tanto le popolazioni locali si sarebbero opposte alla costruzione e né possedevano le centinaia di milioni di euro necessari per costruirli. Anche se questo particolare li ingolosiva per l'opportunità di gestire questi appalti. Ma nessuno spiegava in tutta questa accademia che del famoso Termovalorizzatore di Acerra la prima pietra e stata posata nell'agosto del 2004, nè abbiamo traccia di quando ebbe inizio la progettazione, quindi non si capisce come questa possa essere la soluzione di chi ha il cassonetto stracolmo di rifiuti maleodoranti sotto la finestra.

Allora che fare?

Per capire la gravità dell'emergenza rifiuti in Calabri non bisogna confrontarsi con l'area del Napoletano ma con la regione Veneto.

Sapete quanti sono i comuni che realizzano almeno il 50% di raccolta differenziata in Calabria e Veneto ?
In Veneto praticamente tutti ( di cui alcuni anche oltre 80%) in Calabria solo 4 di cui tre in provincia di Cosenza: Saracena, San Basile, Vaccarizzo Albanese e uno in provincia di Catanzaro Sellia.
Possibile che oltre i 4 virtuosi, nessuno dei sindaci calabrese a scommesso in maniera convinta sulla raccolta differenziata spinta con l'obbiettivo di dimezzare i rifiuti da mandare in discarica ?
Perché, non ci vogliono dei super tecnici per capire che portando la raccolta differenziata ad almeno il 50% delle 2000 tonn. oggi smaltite in Calabria ne andrebbero in discarica meno di 1000 e sarebbero sufficienti anche le discariche del Commissario e il termovalorizzatore di Gioia Tauro.

Tutto ciò si potrebbe realizzare anche in pochi mesi.
Basterebbe avere la volontà di raggiungere l'obbiettivo.
Finora la raccolta differenziata in Calabria ha significato riempire le città di cassonetti colorati e affidarsi alla stessa tecnica che in natura permette l'impollinazione dei fiori, fiori dai colori sgargianti per attirare api e farfalle, cassonetti dai colori vivaci per attirare i cittadini.
Ma invertire questa tendenza si può, anzi si deve, basta investire in sostenibilità delle città e sensibilizzare i cittadini a una nuova cultura ovvero che i materiali non più utilizzabili o inservibili non sono rifiuti, ma materiali che possono essere recuperati e perciò vanno raccolti in maniera opportuna.

L'unico difetto vero della raccolta differenziata spinta e che non sono necessari grossi investimenti, e quei pochi necessari solo in cultura.

In una frase dovremo finalmente far prevalere l'ambientalismo del fare sull'ambientalismo dell'affare







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