domenica 20 marzo 2011

Prof. Orazio Mainieri: Fukushima Daiichi le verità nascoste dai media




INCIDENTE NUCLEARE MA NON TROPPO !!!!

E’ opportuno esporre i fatti accaduti in Giappone nella giusta ottica senza appannarli con visioni ideologiche. Un terremoto di 8,9 gradi (poi alzato a 9) ha colpito venerdì alle 14,46 (erano le 6,46 in Italia) la parte nord-orientale dell'isola Honshu, la più grande del Giappone, a 380 km da Tokyo. Pochi minuti dopo uno tsunami con onde alte più di dieci metri si è abbattuto sulle coste affacciate sul Pacifico seminando morte e distruzione nell'area di Sendai, la più vicina all'epicentro. Al momento le vittime sono oltre 20.000, ma i numeri sono destinati a crescere. Il problema degli impianti nucleari in Giappone. Infatti il 30% dell’energia elettrica proviene dal nucleare. Si può constatare che i 55 reattori nucleari giapponesi hanno resistito benissimo al terremoto e molti sono stati riavviati per produrre energia elettrica. Anche i reattori di Fukushima Daiichi hanno reagito bene. Infatti i tre reattori in funzione su sei presenti si sono spenti automaticamente, facendo avviare i sistemi di raffreddamento di emergenza. Questi sistemi hanno lo scopo di sottrarre il calore residuo, dovuto ai prodotti di fissione e di attivazione, che diminuisce nel tempo. Allo spegnimento, per un impianto di 3.000 MWth questo calore è, all’inizio, 65 Mw termici. Dopo cinque giorni il calore residuo scende a 7 Mw termici, ecc. Quindi, raffreddando, il tempo è a favore della sicurezza. Il problema è che la centrale in questione ha risposto bene allo spaventoso terremoto ma è stata inguaiata dal maremoto e cioè dallo tsunami che ha messo fuori uso i sistemi di raffreddamento di emergenza. Da qui in poi è stata una corsa a cercare macchine e pompe che potessero iniettare acqua nei reattori. Prima di proseguire due parole sull’impianto. Fukushima Daiichi. Costruita da General Electric alla fine degli anni '60, è una delle 25 più grandi centrali nucleari del mondo, ed è gestita interamente dalla compagnia Tokyo Electric Power (TEPCO). Tutti i sei reattori della centrale sono di tipo BWR(Boiling Water Reactor). Il primo di essi, ed anche il più vecchio, ha cominciato l'erogazione commerciale di energia elettrica ufficialmente nel mese di marzo 1971. La data di spegnimento dello stesso era stata programmata per il mese di marzo 2011. Proseguendo nella descrizione degli eventi, dobbiamo dire che la mancanza di raffreddamento porta all’aumento di temperatura e a reazioni chimiche che producono idrogeno. Questo ad alcune concentrazioni diventa esplosivo. Ciò spiega l’esplosione al reattore n.1, dove l’edificio esterno si è aperto salvaguardando però l’edificio interno primario(bunker) dove è alloggiato il reattore con il nocciolo. Nei giorni successivi si è registrata una esplosione anche nei reattori numero 2 e 3 e si è sviluppato un incendio, poi spento, in prossimità del reattore fermo numero 4. Tutte le esplosioni sono state dovute, quindi, ad un accumulo di idrogeno. Comunque, al momento, sono integri tutti e quattro i contenitori primari (i bunker) che racchiudono il vessel con all’interno il nocciolo dei reattori 1, 2, 3 e 4 della centrale di Fukushima 1. L'agenzia nucleare nipponica ha innalzato al grado 5 sulla scala INES l'incidente nucleare dal grado 4. Problema radiazioni. Radioattività è stata rilevata in latte e spinaci nelle prefetture di Fukushima e Ibarak, come pure nell'acqua corrente di Tokyo. Quantità minime, però, che non pongono rischi per la salute. Vengono rilevate perché gli strumenti sono molto sensibili, fortunatamente. L’aspetto positivo degli incidenti sui reattori, moderati ad acqua leggera, è che l’incidente è “lento” per cui dà la possibilità alla gente di allontanarsi. Ciò spiega perché in oltre 50 anni questa tipologia di reattori non ha mai fatto vittime e penso che sarà la stessa cosa anche per questo incidente. E’ una affermazione temeraria la mia, ma ponderata e “storicizzata”. Ripeto: non ci saranno morti nella popolazione civile. Infatti l’incidente ha reso necessaria la dichiarazione di emergenza nucleare e l'evacuazione degli abitanti della zona circostante in un'area del raggio di 20 km, per un totale di circa 200.000 persone evacuate. Nel raggio di 30 km è stato raccomandato agli abitanti di non uscire di casa, ed è stata istituita una no-fly zone. Nel frattempo sono 260.000 le dosi di iodio stabile distribuite alla popolazione ma di cui il governo non ha ancora consigliato l’assunzione. Ciò significa che la radioattività nella zona, fuori della centrale, è irrisoria. Diverso è il discorso per i tecnici della centrale. Fin quando la temperatura degli elementi di combustibile non si stabilizza, questi danneggiandosi fino alla fusione, emettono radionuclidi e quindi aumentano le dosi assorbite di chi ci lavora. Perciò è necessario una rotazione dei tecnici per abbassare le dosi individuali assorbite. Per questi lavoratori i rischi sono alti, perché non si sta “combattendo” con un reattore, ma con tre contemporaneamente più il combustibile che sta nella vasca del quarto. Ricordo comunque, anche se mi ripeto, che questo calore residuo scende esponenzialmente quindi il tempo gioca a nostro favore. Del resto già arrivano notizie che gli eroici tecnici sono riusciti ad avviare alcuni sistemi di raffreddamento d'emergenza. Insomma queste barre di combustibile fra un mese saranno quasi “fredde”, ripeto quasi. I livelli di radiazione nell’ambiente, espressi in termini di dose, nel sito della centrale sono scese a 11,9 mSv/h e poi a 0,6 mSv/h. Discesa che continuerà. Si sono misurati 5 microSv/h nella provincia vicina a quella dove sono situati i reattori danneggiati. Per cui penso che chi abita lontano dalla centrale non si deve preoccupare. Al momento, facendo misure è risultato che Roma è sei volte più radioattiva di Tokyo. E' stata la sorpresa delle analisi effettuate dalla squadra della Protezione civile italiana nella capitale nipponica, resi noti dalla nostra ambasciata. I rilievi danno una radioattività di fondo sul tetto dell'ambasciata di 0.04 microsievert/ora. Il valore ambientale tipico della città di Roma è di 0.25 microsievert/ora. Ecco allora emergere le “forzature” mediatiche e venir fuori parole come “incubo”, “apocalisse” e tutta una serie di idiozie che però spaventano la gente. La pressione mediatica è forte e la gente comune, giustamente, si impressiona e dimentica subito le migliaia di morti della diga crollata, per il terremoto, in Giappone. Mentre si terrorizza per una “nube radioattiva” che, diluendosi, non ha ucciso e non ucciderà nessuno. Fareambiente, movimento ecologista europeo, cerca sempre di dare una informazione meditata e più vicina possibile alla realtà dei fatti, sottolineando che questo incidente nucleare è unico, perché è nato dopo un terremoto spaventoso che è stato 9 Richter, seguito da maremoto che è stato il vero responsabile dell’incidente nucleare, e ciononostante non avrà alcuna conseguenza per la popolazione civile. In verità vi dico che è un incidente poco nucleare e senza vittime, finora.

Prof. Orazio Mainieri
Responsabile Settore Energia Fareambiente

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