giovedì 21 aprile 2011

LE RADIAZIONI CHE ALLUNGANO LA VITA

L’uso dei radionuclidi per la nostra salute


Milano - Ospedale San Raffaele - Esempio di un centro con Medicina Nucleare

Gli ultimi avvenimenti in Giappone hanno fatto ritornare alla ribalta i problemi connessi con le radiazioni e con la radioattività ingenerando nell’opinione pubblica paure incomprensibili nel ventunesimo secolo. Si dovrebbe capire, insomma, che non sono le radiazioni e i radionuclidi a creare problemi di salute alle persone ma le dosi eccessive assorbite (se raggiunte) e cioè sono la quantità di millisievert irradiati sul corpo ad avere un significato sanitario. Quindi la gente non dovrebbe inseguire, con il pensiero, fantomatiche e “pericolose” nubi radioattive che, a ben vedere, non hanno alcuna pericolosità vista l’estrema diluizione che ha portato a minimi incrementi sulla radioattività del fondo naturale. Lo scarico volontario nel Pacifico di 11.500 tonnellate di acqua a bassa radioattività dalla centrale nucleare di Fukushima 1, per far posto nei serbatoi ad acqua ad alta attività, è insignificante dal punto di vista sanitario vista l’immensità dell’oceano in cui si diluirà. Questi concetti vanno però detti e ripetuti affinché rientrino allarmismi ingiustificati. I radionuclidi significativi emessi a Fukushima 1, in aria e acqua, sono stati quelli volatili(Iodio131 e Cs137), perché i bunker primari e i relativi reattori sono rimasti indenni a seguito dell’incidente. In pochi mesi questi elementi si diluiranno perdendo anche parte della loro radioattività. Ora, per quanto riguarda le radiazioni e la radioattività si resta perplessi di fronte a certe strane paure. Eppure oramai ci conviviamo da decenni e le utilizziamo, non certo per morire, ma per vivere meglio e più a lungo. Quindi certi timori sono incomprensibili vista l’estrema diffusione dell’uso nella Medicina Nucleare in tutto il Mondo. Infatti la Medicina Nucleare rappresenta una branca della medicina clinica che utilizza elementi o composti radioattivi, in vivo o in vitro, allo scopo di conseguire finalità diagnostiche, terapeutiche o di ricerca. La diagnostica in Medicina Nucleare ha il compito di vagliare tutti quegli elementi che possono comunque giovare all'identificazione e al chiarimento degli stati patologici. Come faremmo, quindi, senza le radiazioni e i radionuclidi? Sia per l’analisi delle fratture che per le malattie connesse all’osteoporosi. In Italia si stima che vi siano 3.5-5 milioni di soggetti affetti da osteoporosi. Ecco allora l’importanza della MOC(Mineralometria Ossea Computerizzata). È l’esame più conosciuto per la determinazione del grado di mineralizzazione delle ossa, cioè della densità di calcio. La metodica più diffusa è la cosiddetta DEXA(Dual Energy XRay) o densitometria ossea a doppia energia, che utilizza un apparecchio a raggi X che permette di ricavare la densità dell’osso. Altre apparecchiature diagnostiche sono la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), la SPECT (Tomografia Computerizzata a Emissione di Fotoni Singoli), la PET( Tomografia a Emissione di Positroni) e poi si ha la Scintigrafia. La scintigrafia rispetto a una normale radiografia è molto più sensibile ma meno specifica. Poi abbiamo i radioisotopi che sono utilizzati in medicina in due ambiti: la diagnosi e la terapia. I radionuclidi per uso farmaceutico vengono prodotti principalmente in due modi: reattori nucleari, acceleratori nucleari. Sono più di 1.000 i radionuclidi che possono essere prodotti artificialmente in un ciclotrone(per esempio), ma solo alcuni sono adatti per essere utilizzati in Medicina Nucleare in virtù delle loro proprietà fisiche e chimiche. I radiofarmaci vengono somministrati direttamente al paziente, per via orale o endovenosa. Tali somministrazioni non causano danni in quanto le dosi impiegate sono basse e i radioisotopi impiegati hanno tossicità ed energia molto bassa. Inoltre i radionuclidi hanno tempi di vita media piuttosto ridotti e nel radiofarmaco sono generalmente presenti quantità di atomi inattivi che diminuiscono l’attività specifica del prodotto. Il più importante radionuclide ad uso diagnostico è il tecnezio-99m. Le 6 ore di vita media del tecnezio garantiscono la minimizzazione della quantità di radiazione assorbita dal paziente. Un’altra categoria di radionuclidi viene invece utilizzata per la terapia. In questo caso i radionuclidi che emettono radiazioni ad alta intensità sono in grado di danneggiare la cellula tumorale che non è più in grado si riprodursi. La Radioterapia è nata circa un secolo fa in seguito alla scoperta dei raggi X e dei fenomeni legati alla radioattività e consiste nella somministrazione accurata di precise dosi di radiazioni per la cura di alcune malattie, in particolare dei tumori. È un trattamento localizzato, indolore, che nella maggior parte dei casi coinvolge aree ben delimitate dell'organismo. L'obiettivo che la Radioterapia si prefigge è di ottenere la totale distruzione di una neoplasia, senza indurre alterazioni gravi e irreversibili ai tessuti circostanti. Il 60Co(cobalto 60), per esempio, è una potente sorgente di raggi gamma per il trattamento esterno di tumori. Il Radon e il Radio sono, invece, usati per produrre semi radioattivi da impiantare vicino al tumore diagnosticato. Oggi, purtroppo, circa un quarto dei cittadini europei è soggetto a un episodio di cancro nel corso della propria vita. All’orizzonte c’è una speranza in più, però, che permette di aumentare la percentuale di pazienti guariti: è l’adroterapia che è una moderna tecnica di irradiamento di tumori. L’adroterapia è figlia della radioterapia convenzionale, che si effettua con i raggi X o con i raggi gamma. La mortalità per cancro risulta fortunatamente in progressiva riduzione, con una migliore sopravvivenza dei malati oncologici. Alla fine degli anni '70 la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di cancro era del 33%, salita al 47% nei primi anni '90 ed oggi intorno al 50%. Per gli oltre 250 mila nuovi casi di tumore maligno diagnosticati ogni anno in Italia, si ritiene che oltre il 50% di tali pazienti debba eseguire un trattamento radioterapico in un qualche momento del proprio percorso terapeutico (perciò è appropriato dire che le radiazioni allungano la vita). Ogni anno, secondo i dati censiti dalla Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (AIRO), vengono trattati nei 150 centri italiani di radioterapia circa 125 mila nuovi pazienti. Il Movimento Ecologista FareAmbiente ritiene che l’attività connessa con il nucleare deve essere vista come un patrimonio acquisito oramai dall’umanità sia per l’uso che se ne fa in campo medico che nell’ambito della produzione dell’energia elettrica. Energia nucleare, radiazioni e radionuclidi danno soprattutto benessere e aumento di vita media. Bisogna andare avanti con questa consapevolezza. L’ignoranza non è più ammessa.

Prof. Orazio Mainieri
Responsabile Settore Energia Fareambiente

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