Il 28 dicembre 2012 alle ore 13, il responsabile nazionale di FareAmbiente Salvatore Grillo ha presentato al Procuratore della Repubblica di Roma l’accluso esposto nel quale si chiede l’apertura di una azione legale contro il Governo della repubblica dell’India per il reato di sequestro di persona ed inoltre si richiama l’attenzione sul fatto che l’eventuale rientro dei due Marò italiani in India costituirebbe una prosecuzione di reato e, quindi, ogni azione rivolta al verificarsi di questo evento deve ritenersi nulla mentre per chi intende farla eseguire si configurerebbe il reato di favoreggiamento. Inoltre nell’esposto il dirigente di FareAmbiente chiede il ritiro cautelativo dei passaporti ai Marò.
Testo dell’esposto
Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica di Roma
Il sottoscritto Grillo Salvatore domiciliato per questo atto presso la sede dell’Associazione ambientalista FareAmbiente con sede in Roma via Tacito 50, associazione della quale è responsabile nazionale del dipartimento “diritti civili”, si rivolge alla S.V.I. per presentare un esposto contro i rappresentanti della Repubblica dell’India i quali, come si è appreso dalla stampa e da ampi e particolareggiati servizi televisivi, hanno tenuto in segregazione per parecchi mesi, operando un vero sequestro di persona, due cittadini italiani, arrestati dalle loro forze di polizia dopo averli indotti con l’inganno nel territorio indiano, contestando loro un reato che avrebbero commesso a bordo di una nave italiana che navigava in acque internazionali.
Ad avviso dello scrivente e della propria associazione, che è portatrice di interessi collettivi riguardanti i valori della libertà, della democrazia e della legalità, i comportamenti delle autorità della citata repubblica sono stati lesivi non solamente dei principi di diritto internazionale, sanciti dalle organizzazioni a cui sia l’Italia che la Repubblica dell’India fanno parte e sui quali si reggono i rapporti tra i popoli, ma hanno violato il diritto dei nostri due concittadini ad essere sottoposti al giudizio del loro giudice naturale, che in questo caso è quello del loro Paese, cioè la Magistratura italiana.
Alla luce di quanto sopra esposto, ove mai la S.V.I. dovesse convenire con le tesi del sottoscritto, consequenziale sarebbe ritenere illegale qualunque azione si dovesse compiere nei prossimi giorni, anche se discendente da accordi sottoscritti da autorità italiane, accordi che dovrebbero ritenersi nulli se da questi dovesse derivare la continuazione del reato perpetrato dall’autorità Indiana, mentre il loro espletamento verrebbe a configurare una attività sostanzialmente complice.
Di conseguenza a ciò, piaccia alla S.V.I. di prendere in considerazione l’ipotesi di un intervento atto ad impedire anche il possibile espletamento della volontà personale dei due italiani in questione, ammesso che si dovesse verificare, eventualmente rivolta ad affrontare, per lealtà verso una parola data, la continuazione di una ingiusta segregazione che, ad avviso del sottoscritto, andrebbe fermata con ogni mezzo, anche con il blocco dei titoli di espatrio, per impedire il ripresentarsi di una condizione di partecipazione passiva alla consumazione di un reato.
Nella convinzione di avere, con il presente esposto, operato nell’interesse dei valori per i quali il sottoscritto si batte unitamente alla sua associazione, l’occasione è utile per inviare molti distinti saluti
Roma 28 dicembre 2012 Salvatore Grillo
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